giovedì 21 marzo 2013

Shopping di primavera (alla panna e fragole)

Sì, è arrivata la primavera! Poco importa se sabato e domenica stranamente pioverà (a pensarci bene è questa la conferma: ogni anno fa un tempo schifido ogni weekend mentre nel resto della settimana, quando siamo bunkerati in ufficio, splende il sole).
Quando si apre la bella stagione, noi ragazze di tutte le età usiamo sfogliare bramose le riviste femminili, con uno sguardo particolarmente famelico. Quali colori? Quali borse? Che forme di borsa? Righe (sì, tante righe) tacco, non tacco ballerine e via di seguito. Neanche il tempo rimettere nell'armadio il cappotto che pantaloni sempre più corti lasceranno presto spazio a shorts e bikini.

Un appello alla coscienza degli editori: la pubblicità sulle vostre riviste di modelle 16enne sottili come giunchi dai visini da bambole ha delle ripercussioni psicologiche feroci, in noi ragazze normali.

Prima di tutto, qualcuno mi deve spiegare com'è che a quelle i capelli stanno così. Eh sì, perché noi ragazze fin troppo normali abbiamo pure l'attaccatura dei capelli sbagliata: guardate me, che non mi posso farmi la frangia perché sennò mi si apre in due come le acque con Mosè (scusate ma la riflessione è d'obbligo, visto che mentre scrivo sono dal parrucchiere).

E poi, l'argomento forte, che tutti aspettavate, un po' scontato ma sempre in voga. Perché è con lei che dobbiamo fare i conti, anno dopo anno. E non ci bastano i ragionamenti "ma sei bella così", "tutte ce l'hanno, anche le modelle", o "è la personalità che conta".
Lei, ancora lei, sempre lei. Che non ti abbandona mai: la ciccia. Altrimenti conosciuta come adipe. Cellulite, insomma, porca miseria.
Ma, direte voi, "quest'anno la frego, ho giocato d'anticipo: sono andata in palestra".
È allora che si commette l'errore. Perché, sfrontate e sicure di noi, decidiamo che è il momento di auto gratificarsi concedendoci una giornata di shopping e prendendoci una rivincita, indossando finalmente qualcosa che metta in risalto il nostro nuovo corpo.
E allora succede che entri da Zara, provi un paio di jeans stretti. E qui il primo colpo: una 44 non ti va bene, e devi passare a una 46. Peccato che pensavi di essere ritornata alla tua 42 grazie alle sessioni di palestra alla Bridget Jones.

Vabbè. Arriva il momento del camerino. Entri, ti togli i pantaloni e arriva lo shock. Perché non ti ricordavi di avere quella pelle color vongola lagunare, per non parlare del derrière: pensavi di averlo reso un pochino più sodo (come se tutte le ore di palestra non fossero servite a NIENTE). Scendendo con lo sguardo la situazione peggiora drasticamente. Le gambe sembrano una strada di campagna boliviana piena di buche (non mi dilungo in particolari raccapriccianti, ma le donne sanno a cosa mi riferisco).
Ti convinci che è colpa del camerino, che sono le luci.
Esci riluttante e anche un po' schifata, e davanti ti ritrovi un mega poster di quella modella 16enne baciata dal sole con capelli perfetti e gambe dritte e toniche.
Meglio consolarsi in pasticceria, a questo punto. Dicono che panna e fragole siano (quasi) di stagione.

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