martedì 9 dicembre 2014

07.12


Stazione di Verona Porta Nuova, ore 07.12. 
Ormai è quasi un rito, alzare lo sguardo e trovarli lì: piace vederli così. Immaginarli così. Giovani accalcati in libreria. Magari, anzi, quasi sicuramente, lì ad aspettare sia ora di andare a prendere il bus che li porterà a scuola, dopo essere arrivati con il treno da qualche paese della provincia. Magari su, al primo piano, c'è una tv e i libri non interessano, magari è solo perché c'è un divanetto comodo. Ma sono lì. Non su una panchina, non in un bar, non in un fast food che anche a quest'ora in stazione è aperto. Sono lì, hanno scelto di essere lì. Queste prime ore rubate al mattino, prima che tutto inizi come ogni giorno, il sonno e le pieghe sul viso del cuscino svaniscono in mezzo ai libri di poesia e di letteratura. Romanzi di avventura o gialli, imprese epiche e storie d'amore. Mi piace pensare che una mattina o l'altra uno di loro addocchierà un libro che leggerà e gli lascerà qualcosa, cambiando un po' di se stesso, perché quando leggi un libro non sei più quello che eri prima, ti lascia sempre qualcosa. O forse, è già successo. È poetico, iniziare la giornata così, no?