domenica 29 dicembre 2013

Quando la terra trema. Napoli, 29/12/2013

Napoli, 29 dicembre, ore 18.08. Ero alla fase finale del "pranzo domenicale napoletano": quattro ore di delizie in stile "La grande abbuffata" cucinate da Rosaria, ottima che ha ospitato noi veronesi abituati a risottini e, normalmente, a pranzi domenicali che si e no durano un'oretta o poco più. Troppo, per noi veneti. Ma anche troppo buono...
Eravamo una decina, attorno al tavolo imbandito da cannoli, cassata, torta ricotta e pere, l'immancabile pastiera.
Sono sincera, e non per minimizzare l'evento, o ridicolizzarlo, non sia mai, ma solo perché è la verità: avevo mangiato così tanto, che la sedia che oscillava credevo fosse uno svarione da semi coma-glicemico. Poi qualcuno ha cominciato a dire "o' terremoto" e poi "sì, guarda il lampadario come oscilla". Se ci pensiamo bene, succede sempre così.
Quindi, alzando gli occhi e vedendo il lampadario ballare, ho realizzato che anche la sedia su cui ero seduta continuava effettivamente a muoversi, ma non era colpa di una sensazione sbagliata. Era vero, c'era il terremoto.
C'è chi si alza, mentre fuori, sulle scale del palazzo si sente qualcuno parlare ad alta voce, direi quasi urlare. 

Intanto la via si riempie di persone uscite dalle proprie abitazioni o dai negozi. Ci si guarda un po' attorno, si telefona, le linee si intasano, il cellulare perde la connessione in un nano secondo; c'è chi si affaccia dal balcone e parla con il dirimpettaio: "la mia veranda faceva così", mima lo scossone una signora dal suo balcone. 
Chi è suscettibile, chi meno; ma non ci si abitua mai, a eventi come questo. Ricordo (quasi) due anni fa ormai, quando la terra ha tremato a Mantova, portando la distruzione che tutti abbiamo visto in tv e sui giornali. 

Sarà ormai passata quasi una mezz'ora, forse di più, e si cercano le prime notizie in tv nei tg mentre come sempre Twitter e il web hanno anticipato tutti: e a tavola il terremoto è diventato l'argomento principale.
Rosaria non finisce il suo caffè. "Non ce la faccio a finirlo", dice scuotendo il capo. Paura? "Eh, mi è venuta una cosa 'ca", spiega toccandosi il petto. Era il 1980 e lei era una giovane mamma quando a Napoli ci fu un terremoto molto più spaventoso, dove morirono delle persone. Rosaria se lo ricorda bene.
E anche se allora non c'ero ancora, anche se quel terremoto non l'ho vissuto, per il resto della serata i miei occhi (e non solo i miei) non si sono staccati da quel lampadario.