lunedì 24 novembre 2014

La prima donna sulla Luna

20 luglio 1969, primo uomo sulla Luna. Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità. Ma io nel ’69 ancora non c’ero: avrei dato chissà che cosa, ma sarei arrivata 12 anni più tardi. Quell’attimo storico nella mia vita l’ho poi inseguito nei film, nelle pagine dei libri di storia, tra quelle riproposte dai giornali in occasione dell’anniversario. La mia stanza era tappezzata, oltre che di poster di Brad Pitt, anche di stelle, pianeti, e una dettagliata mappa del suolo lunare.

23 novembre 2014, prima donna italiana nello Spazio: Samantha Cristoforetti dalla rampa di lancio è stata proiettata nell’infinito, destinazione stazione spaziale, dove per la missione Futura rimarrà per 6 mesi.
Saremo anche “abituati” a vedere razzi che partono alla volta stellare, bruciando chili e chili di carburante per sfuggire alla stretta della gravità. Ma questa volta è un’altra cosa. Su quella navicella spaziale c’è una donna, un’italiana. Eravamo preoccupati per lei, sperando andasse tutto bene, quando la Sojuz si è staccata da terra, invece in barba all’emozione e forse a un pizzico di (umana) paura ci ha salutato guardando dritta nella cam e ha sorriso, mentre il pupazzetto si godeva ancora un po’ la propulsione. Un urto, un sussulto, forse un po’ di stupore: Samantha è in orbita.
E questa volta, a differenza dell'allunaggio del '69 posso dirlo: c’ero. Samantha Cristoforetti è così la mia “prima donna sulla Luna”. Mi viene un po’ in mente Sandra Bullock in Gravity, Jodie Foster in Contact. Tutto vero, però, stavolta.

Sam intanto si lascia letteralmente alle spalle il mondo. Chissà se le mancherà: io scommetto di sì. Ma per lei ci sarà l’incredibile: albe al confine della Terra e l’immensità di quel pezzetto di Universo su cui ha una poltrona in prima fila e che per noi sembra sconfinato, ma in realtà è infinitesimale. Di certo, noi non ci dimenticheremo di quel sorriso e di quel coraggio.