venerdì 7 giugno 2013

Una buona notizia

Tra le belle notizie che potevano arrivare, questa è certamente la migliore: Domenico Quirico, giornalista de La Stampa, inviato Siria e di cui non si avevano più notizie dal 9 aprile scorso, è vivo. Una breve telefonata alla moglie, e tanto è bastato a riaccendere la speranza. Perché, mi dicevo nei giorni scorsi, quando tutto taceva, uno non può sparire, essere inghiottito nel nulla così. Anche se era realistico potesse essere accaduto il peggio, mi piaceva pensare così non fosse.
Mi piace anche pensare che a smuovere le cose sia stato quel messaggio registrato a La Stampa, in cui le due figlie di Quirico, Eleonora e Metella parlano del loro papà in un video-appello diffuso dalle tv  in tutto il mondo, comprese Al Jazeera, tv arabe e Siriane. Un "papà ti aspettiamo" che mi ha commosso. Non voglio nemmeno pensare com'è vivere nell'angoscia, sapendo che tuo padre potrebbe non tornare, nemmeno sapendo se è vivo. 
Oggi la sua foto campeggia lì, nella prima pagina de La Stampa: è seduto sul marciapiede, un uomo lunghissimo e magro, computer sulle ginocchia. È l'immagine simbolo del giornalista, che mi ricorda quella di tempo fa scattata al grande Indro Montanelli.
Il mestiere è tutto lì: il dovere di raccontare è viscerale a tal punto da sentirlo come una missione, soprattutto ai livelli di Quirico e di tanti altri che hanno scelto la sua strada. Lo aspettiamo, come abbiamo fatto negli scorsi 58 giorni, ansiosi di leggere il racconto della sua avventura.

Nessun commento:

Posta un commento