Mi piace anche pensare che a smuovere le cose sia stato quel messaggio registrato a La Stampa, in cui le due figlie di Quirico, Eleonora e Metella parlano del loro papà in un video-appello diffuso dalle tv in tutto il mondo, comprese Al Jazeera, tv arabe e Siriane. Un "papà ti aspettiamo" che mi ha commosso. Non voglio nemmeno pensare com'è vivere nell'angoscia, sapendo che tuo padre potrebbe non tornare, nemmeno sapendo se è vivo.
Oggi la sua foto campeggia lì, nella prima pagina de La Stampa: è seduto sul marciapiede, un uomo lunghissimo e magro, computer sulle ginocchia. È l'immagine simbolo del giornalista, che mi ricorda quella di tempo fa scattata al grande Indro Montanelli.
Il mestiere è tutto lì: il dovere di raccontare è viscerale a tal punto da sentirlo come una missione, soprattutto ai livelli di Quirico e di tanti altri che hanno scelto la sua strada. Lo aspettiamo, come abbiamo fatto negli scorsi 58 giorni, ansiosi di leggere il racconto della sua avventura.
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