sabato 6 aprile 2013

Non ci resta che piangere

Anna Maria e Romeo. Marito e moglie, lei 68 anni, lui 62, vivevano a Civitavova, nelle belle Marche. Vivevano, perché assieme, come lo erano da una vita, hanno deciso di suicidarsi. E con loro, a farla finita è stato anche il fratello di lei, Giuseppe, che non ha retto alla notizia.
Una tragedia dei giorni nostri, come se ne sentono tante, troppe. Ma sono anche vite sulla coscienza di chi comanda. Perché non sarebbe successo se non fossero stati abbandonati dallo Stato "stretti in una tenaglia mortale", come ha detto un vicino e come racconta La Stampa di oggi http://www.lastampa.it/2013/04/06/italia/cronache/civitanova-in-lutto-per-i-coniugi-suicidi-e-i-parenti-contestano-le-istituzioni-MGs8hFS3ibmcywER6AM4gJ/pagina.html.

Romeo, con la crisi nell'edilizia, aveva deciso di non arrendersi: aveva aperto partita iva, cercava di lavorare, voleva lavorare. Ma i contributi erano troppi, non riusciva a far fronte alle spese.
Sessant'anni, non venti o trenta, che al massimo puoi sperare che le cose vadano meglio, se non altro hai quella, la speranza. Quella di un futuro migliore.
Ma a sessant'anni no, pensi (pensi di sperare) solo a vivere bene gli anni che ti rimangono. E mentre sentiamo chi (come la Fornero) commenta 'addolorata' "hanno sentito troppo forte il peso della crisi", io mi chiedo: ma con che coraggio?

Io conosco i sessantenni di oggi, la stessa età dei miei genitori: gente con una dignità, che è cresciuta scrivendo a carta e penna e con la cultura della "bella scrittura", senza iPhone Tablet o altro. È gente che "tutto, ma i debiti no". Gente nata nel dopoguerra, cresciuta a pane e onestà, dove ci si metteva i vestiti della cugina, che a sua volta li aveva ereditati dalla sorella. Gente che l'Italia l'ha fatta con le proprie mani, tirandosi su le maniche, non a spread. Gente che i sacrifici erano all'ordine del giorno. Gente che ha avuto la fortuna di vedere come si stava prima che venisse alla luce tutto questo letame in cui siamo oggi e accumulato dagli anni 80 e forse anche da prima, questo vortice paradossale, un agghiacciante teatrino dell'assurdo e che continua ad autoalimentarsi grazie a chi è al potere e non fa quello che dovrebbe fare, grazie all'indifferenza.
Massimo Gramellini su La Stampa ha scritto un Buongiorno (che non è per nulla buono) esemplare, che vi invito a leggere: http://www.lastampa.it/2013/04/06/cultura/opinioni/buongiorno/la-realta-schiaffeggia-il-potere-gvchvFl22oirjM9cZEyfIL/pagina.html

Chi fa le leggi le modifichi, è lì per quello. Roba da Medioevo quella che stiamo vivendo oggi a livello istituzionale e politico in Italia. Dove addirittura si dice una cosa e il suo contrario, senza giungere a niente. Mi aspetto che chi oggi è al potere (ops, scusate, sarà al potere), si sbrighi a fare qualcosa. Gli converrà, sicuro. Altrimenti sarà difficile tirare su tasse (e soldi per i loro stipendi e pensioni d'oro) da chi giace sei metri sotto terra, schiacciato da una realtà senza senso, contraddittoria, infelice specchio dei tempi di quest'Italia ormai neanche più ridicola.

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