giovedì 2 maggio 2013

Baby BANG


Mentre addentavo la mia brioche alla marmellata (con conseguenze catastrofiche), ho alzato gli occhi. Tra il via vai di prima mattina, nella pasticceria affollata da signore, nonnine arzille e impiegati e artigiani per un-caffè-al-volo prima di riprendere a lavorare, mi sono ritrovata davanti, nel tavolino di fronte, una pistola puntata.
A mirare dritto in mezzo alla mia fronte, mentre la marmellata traboccava sbrodolando da ogni angolo, uno spocchioso bambino di neanche sei anni, con i capelli rossicci, lentiggini e uno sguardo sadico. Strizza l’occhio per prendere bene la mira, puntella il gomito sul tavolino e sputacchiando fa il verso della mitragliatrice, mentre sua madre era indaffarata a parlare dell’ultima puntata di Uomini e Donne con la sua amica.
Io gli ho fatto una faccia tipo “Embè?” ho abbassato gli occhi (mentre probabilmente nella sua mente mi esplodeva la testa in una scena alla Quentin Tarantino), e ho continuato a mangiare la mia brioche.
Questa cosa apparentemente senza significato è successa ormai una settimana fa.
Io adoro Tarantino, e anche se il mocciosetto in questione (mannò, che dite? io adoro i bambini…) mi puntava in faccia una pistola giocattolo, vi dirò: non è stato simpatico. 

Certo, era una pistola giocattolo, ma ben fatta, l’effetto era piuttosto realistico. Chissà, forse non starei a pensarci ancora se oggi nel Kentucky bambino di cinque anni non avesse sparato e ucciso la sorellina di due anni con il fucile per bambini che gli era stato regalato dai genitori. O forse sì.
Il dibattito è tra i più accesi, anzi, forse il più acceso negli USA, soprattutto dopo la strage alla maratona di Boston, dove in molti hanno cambiato idea sull'appoggiare la campagna di controllo armi promossa da Obama, mentre noi dall’altra parte dell’Oceano stiamo a guardare, chi contro chi no, ma tanto il problema fortunatamente non ci riguarda, perché qui le pistole sono solo dei giocattoli.

I maschietti giocano con pistolette finte da sempre (per non parlare di quella di cui sono naturalmente dotati), non faccio la paternale e non mi metto certo a pontificare sull’argomento. Ma un limite deve esistere, altrimenti si continuerà a confondere la realtà da quella che è la finzione, il gioco. Un’arma giocattolo lo è finché rimane tale, è chiaro a tutti il concetto, ma il costruirne sempre di più reali, fa sì che questo confine si assottigli sempre di più, lasciando che anche la finzione faccia parte della nostra realtà, finché queste si confondono, finché anche uccidere diventa un gioco. Il mocciosetto crescerà e diventerà uomo. Chi me lo dice che non deciderà di farsi il porto d’armi e che non ammazzerà con la stessa facilità e leggerezza la fidanzata che l’ha lasciato?
Ora, il piccolo mostro probabilmente avrà già abbandonato la sua finta calibro 9 per la psp. Ma per una volta, tutto sommato, sono contenta sia così (sempre che non s’ammazzino anche lì…)

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