Mentre addentavo la mia brioche alla marmellata (con
conseguenze catastrofiche), ho alzato gli occhi. Tra il via vai di
prima mattina, nella pasticceria affollata da signore, nonnine
arzille e impiegati e artigiani per un-caffè-al-volo prima di riprendere a
lavorare, mi sono ritrovata davanti, nel tavolino di fronte, una pistola
puntata.
A mirare dritto in mezzo alla mia fronte, mentre la
marmellata traboccava sbrodolando da ogni angolo, uno spocchioso bambino di
neanche sei anni, con i capelli rossicci, lentiggini e uno sguardo sadico. Strizza
l’occhio per prendere bene la mira, puntella il gomito sul tavolino e sputacchiando
fa il verso della mitragliatrice, mentre sua madre era indaffarata a parlare
dell’ultima puntata di Uomini e Donne con la sua amica.
Io gli ho fatto una faccia tipo “Embè?” ho abbassato gli
occhi (mentre probabilmente nella sua mente mi esplodeva la testa in una scena alla Quentin Tarantino), e ho
continuato a mangiare la mia brioche.
Questa cosa apparentemente senza significato è successa
ormai una settimana fa.
Io adoro Tarantino, e anche se il mocciosetto in questione (mannò, che dite? io adoro i bambini…) mi puntava in faccia
una pistola giocattolo, vi dirò: non è stato simpatico.
Certo, era
una pistola giocattolo, ma ben fatta, l’effetto
era piuttosto realistico. Chissà, forse non starei a pensarci ancora se oggi nel
Kentucky bambino di cinque anni non avesse sparato e ucciso la sorellina di due
anni con il fucile per bambini che gli era stato regalato dai genitori. O forse
sì.
Il dibattito è tra i più accesi, anzi, forse il più acceso
negli USA, soprattutto dopo la strage alla maratona di Boston, dove in molti
hanno cambiato idea sull'appoggiare la campagna di controllo armi promossa da Obama, mentre
noi dall’altra parte dell’Oceano stiamo a guardare, chi contro chi no, ma tanto
il problema fortunatamente non ci riguarda, perché qui le pistole sono solo dei
giocattoli.
I maschietti giocano con pistolette finte da sempre (per non
parlare di quella di cui sono naturalmente dotati), non faccio la paternale e
non mi metto certo a pontificare sull’argomento. Ma un limite deve esistere,
altrimenti si continuerà a confondere la realtà da quella che è la finzione, il
gioco. Un’arma giocattolo lo è finché rimane tale, è chiaro a tutti il
concetto, ma il costruirne sempre di più reali, fa sì che questo confine si
assottigli sempre di più, lasciando che anche la finzione faccia parte della
nostra realtà, finché queste si confondono, finché anche uccidere diventa un
gioco. Il mocciosetto crescerà e diventerà uomo. Chi me lo dice che non deciderà
di farsi il porto d’armi e che non ammazzerà con la stessa facilità e
leggerezza la fidanzata che l’ha lasciato?
Ora, il piccolo mostro probabilmente avrà già abbandonato la
sua finta calibro 9 per la psp. Ma per una volta, tutto sommato, sono contenta sia
così (sempre che non s’ammazzino anche lì…)
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