lunedì 15 luglio 2013

Senza pregiudizi

 Era da molto tempo che non facevo una bella chiacchierata in treno. Di solito leggo un libro, sfoglio una rivista provando una sana invidia per le modelle (e per quello che indossano), guardo fuori, scrivo -come sto facendo ora che sono sulla via del ritorno.
Invece stamattina, sul regionale che mi portava in quel di Venezia, davanti a me c'era Eloise: 28 anni e da 20 in Italia, arriva dalla Costa D'Avorio. È sveglia, spigliata, con un bel caratterino e con le idee molto chiare di come funziona il mondo. Inevitabilmente la nostra conversazione, iniziata con lei che ha mal di testa e io che le passo un Oki (ho una mini farmacia nella borsa) finisce lì: il ministro Kyenge, l'uscita di Calderoli, l'Italia e gli italiani. 
Lei alza gli occhi al cielo, giustamente... "questo poi, mamma mia". Ma invece di inveire contro Calderoli e dire frasi sprezzanti e cariche d'odio tipo "al nord siete tutti razzisti", che diciamo, era qualcosa che mi aspettavo da parte sua che rappresenta la minoranza, Eloise mi pone il problema sotto un'altra angolazione. Più vasta. Più generica, globale, un problema comune, eppure centra l'argomento. "Sai, in Italia il punto è che la gente dovrebbe aprire di più la mente. Qui non ci rendiamo conto che in altri governi di altri Stati sono da tempo presenti persone di colore, e nessuno si sogna di dire mai nulla, di offenderli. Bisogna aprire la mente". 
E su chi arriva in Italia dice la verità, quando ammette che "Anch'io avrei paura ad aprire le porte di casa mia a uno straniero. Dalla parte dello straniero, invece, spesso c'è la paura di integrarsi. Ma se l'integrazione non funziona, mi spieghi che ci sto a fare qui?"
Eloise ha viaggiato, ma sua madre è rimasta a casa e il padre vive in un altro Stato. Eppure lei non si lamenta, non fa la vittima. Può essere malinconica a casa, ma al lavoro ha sempre il sorriso. "Quando chiamo a casa e racconto che ho litigato con il mio fidanzato -italiano ndr- mia mamma mi dice 'stai attenta! Magari ti ammazza!'. Tutto il mondo è paese, i pregiudizi ci saranno sempre. Ma lo sai che quando torno in Costa d'Avorio in aeroporto mi dicono 'ecco che arriva la mafiosa'? Ti sembra bello? Lo dicono persone di colore come me che lo vedono dal passaporto che sono nata lì, anche se vivo in Italia", dice con un curioso accento metà francese e metà veneto. Ce ne fossero, come lei: non avremmo il problema dell'integrazione.
Già, grazie per avermelo ricordato Eloise. Tutto il mondo è paese, i pregiudizi sono duri a morire, ma a volte questo Paese, proprio per questo motivo, bisogna fare di tutto per cambiarlo (e possibilmente in meglio). Senza pregiudizi.

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